il Sepolcro di Caio Cestio
GiovanBattista Piranesi
(Mogliano Veneto 1720 Roma 1778)
Veduta del Sepolcro di Caio Cestio
Acquaforte originale firmata in lastra in basso a destra Piranesi del. inc.dalla serie Vedute di Roma disegnate e incise da Giambattista Piranesi Architetto Veneziano, incisa nel 1755 come risulta dal Catalogo stampato a Roma nel 1792.
Bell'esemplare nel raro primo stato di sei, prima dei ritocchi sul cielo, dell'aggiunta dell'albero sulla destra, non segnalato da Hind ma descritto da Wilton-Ely, della modifica del lato in ombra della piramide con l'aggiunta delle scritte, nonché dell'ingrandimento generale del monumento il cui apice arriva ad essere distante dalla linea d'inquadramento solo 1,5 pollici in luogo dei 3,5 di questo stato, stampato su di una porzione di carta vergata su cui si intravede una filigrana Fleur de Lys in cerchio di non facile lettura a causa dello spessore del foglio ma che comunque è riconducibile per tipologia alle primissime tirature romane, con buoni margini oltre l'impronta della lastra, leggermente brunito in maniera uniforme ed accentuato in alcune zone, con piccoli punti di foxing e macchie oltre che una leggera brasione con perdita del tratto al centro in alto in corrispondenza della linea d'inquadramento, una minima mancanza di carta all'angolo inferiore sinistro e la consueta piega centrale verticale molto leggera e visibile prevalentemente al verso ma nel complesso, considerata la rarità, in ottimo stato di conservazione.
Un'analisi particolarmente interessante di questa opera viene fatta da John Wilton-Ely nel testo citato in bibliografia in cui l'incisione viene confrontata con l'analogo soggetto contenuto nelle Antichità Romane (Ficacci pag.276 nº312) e di cui riportiamo qualche passo: Man mano che le attività archeologiche di Piranesi acquistavano importanza, l'attenzione per i singoli monumenti dell'antichità si faceva preponderante nelle Vedute di Roma. Alcuni edifici sembravano esercitare un'attrazione talmente ossessiva che Piranesi vi ritornava a più riprese, per ridefinire il loro carattere ogni volta che la sua concezione dell'antichità mutava. Così è stato per la piramide cestia, incisa almeno in quattro occasioni nell'arco di quindici anni. ed ancora Ampio è lo spazio concesso alla raffigurazione del selvaggio scenario naturale, come pure alle costruzioni annesse al vicina Porta San Paolo.
Bibliografia:
Ficacci Giovanni Battista Piranesi the Complet Etchings
Colonia 2000 pag.692 nº884.
Hind GiovanBattista Piranesi, A critical study
Londra 1922 nº35 e tav.XXI, filigrana 2.
Wilton-Ely Piranesi Milano 1994 pag.41 e 42.
Misure in mm: 407 x 544
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